La piazza
Piazza della Bocca della Verità, o Piazza Bocca della Verità, è una piazza sita tra via Luigi Petroselli e via della Greca, a Roma, nel rione Ripa.
La piazza sorge sull'area anticamente denominata "Foro Boario", un mercato di buoi sulle rive dell'antico porto commerciale di Roma: il Portus Tiberinus.
Il porto esisteva già prima della fondazione di Roma, la sistemazione urbanistica si ebbe soltanto sotto i re etruschi, in particolare con Servio Tullio.
La piazza prende il nome dalla Bocca della Verità, oggi collocata nel portico della basilica di Santa Maria in Cosmedin.
Oltre alla basilica risalente al tardo medioevo, nella piazza sorgono l'Arco degli Argentari, l'Arco di Giano, il Tempio di Ercole (erroneamente identificato con il Tempio di Vesta in ragione della sua forma circolare), ed il Tempio di Portuno (divinità legata al porto fluviale che qui sorgeva).
Tempio di Portunus
Il tempio di Portunus è dedicato al protettore dei fiumi e dei porti, è collocato su un podio, ha quattro colonne ioniche scanalate in travertino sul fronte principale e dodici semicolonne addossate al muro in tufo della cella
Tempio di Ercole
Il Tempio di Ercole, di forma circolare, è il più antico edificio di marmo rimasto in Roma, è composto da un periptero di 20 colonne poggiante su una crepidine a gradini con fondazione in tufo di Grotta Oscura.
L'edificio è chiamato anche, erroneamente, tempio di Vesta, forse perché simile a quello nei Fori, dedicato alla dea.
La Basilica di Santa Maria in Cosmedin
La Basilica di Santa Maria in Cosmedin, risalente al VI secolo, fu ampliata nell'VIII secolo da papa Adriano I e affidata ai Greci rifugiatisi a Roma dall'Oriente, a seguito del pensiero che vigeva a quel tempo cioè di ripudiare le immagini sacre e riformare il culto religioso. Da qui deriverebbe la denominazione della chiesa, Cosmèdin, forse in riferimento all'antico monastero di Bisanzio, Kosmidìon.
La piazza in passato
In passato la piazza della Bocca della Verità, era due metri sopra il piano attuale della chiesa di S.Maria in Cosmedin, fu fatta livellare da Clemente XI nel 1715, che in quell'occasione fece porre al centro della piazza la fontana dei Tritoni, opera del perugino Carlo Bizzaccheri, il quale, ispirandosi allo stemma stesso del pontefice, disegnò un catino ottagonale con gli otto lati concavi, per formare una stella a otto punte: la stella del papa Albani, nel mezzo, al di sopra di un gruppo di massi, ornati di erbe acquatiche ed anch'essi di travertino come tutto il complesso della fontana, si innalzano due possenti tritoni, inginocchiati e con le code intrecciate. I due tritoni, chesi volgono la schiena, con le braccia sollevate sostengono sulle spalle una tazza a forma di conchiglia di mare aperta, dalla quale fuoriesce l'acqua e sul cui bordo esterno è scolpito lo stemma dello stesso pontefice: tre monticelli sovrastati da una stella.
La fontana dei Tritoni del Bizzaccheri
Qui fino al 1868 venivano eseguite le condanne capitali.
La Bocca della Verità
All'interno del portico della chiesa paleocristiana di Santa Maria in Cosmedin – edificata nel VI secolo sull'ara massima di Ercole dove si trova la famosa Bocca della Verità, probabilmente un antico chiusino di età classica a forma di mascherone. Esso rappresenta un volto maschile barbato, occhi, naso e bocca sono forati e cavi. Questo grande disco di marmo –1,75 m di diametro - collocato qui nel 1632, è conosciuto dai turisti di tutto il mondo per l’usanza medievale alla quale è associato.
CURIOSITA’: Nel periodo della Roma Antica, la Bocca della Verità era un tombino. I tombini, nella Roma Antica, riportavano spesso l'effigie di una divinità fluviale che "inghiotte" l'acqua piovana
Usanza medievale
L'usanza medievale era quella di far inserire all'accusato di un crimine la mano nella "Bocca della Verità" che fungeva da macchina della verità: l'imputato veniva costretto ad inserire la mano nella bocca, e, se innocente, non succedeva nulla, mentre, se colpevole, veniva amputata la mano. Naturalmente qualcuno (il magistrato), ben informato dei fatti o convinto di sapere la verità, faceva mettere un carnefice dall'altra parte del muro.
Leggenda
Si narra che una donna, moglie di un nobile romano, accusata di tradimento, fu obbligata dal consorte a mettere la mano nella bocca. Davanti all'effige, la folla trepidante attendeva il verdetto, quando d'un tratto il vero amante abbracciò e baciò la donna. Ella, furba, fece finta di non conoscerlo, scambiandolo per pazzo.
Alla prova della mano, ammise di non aver mai baciato altri se non il marito e il folle che l'aveva poc'anzi assalita. La mano ovviamente rimase integra, con grande compiacimento del nobile consorte. La donna fu così perdonata e riaccolta a casa sua, mentre la Bocca della Verità da quel momento divenne solo, se così si può dire, luogo di pellegrinaggio per turisti e curiosi.
Altre leggende ed interpretazioni
La fama di questo mascherone, di dubbia interpretazione (non si sa se raffigurante Giove Ammone, il dio Oceano, oppure un oracolo o un fauno) risulta essere antica e leggendaria: nell'XI sec. d. C., ad essa venne attribuito il potere di predire profezie. Anche il suo uso e le sue funzioni risultano a tutt'oggi ambigue: anticamente presa per fontana, fu poi scambiata per tombino, anche se l'ipotesi più accreditata oltre che curiosa, attribuisce alla satira la funzione di cloaca.
Un testo di quell'epoca testimonia come dietro quella epigrafe si nascondesse la voce del diavolo, nella veste di Mercurio, che punì duramente l'imperatore Giuliano dopo che egli ingannò una donna che proprio su quella pietra aveva giurato la sua innocenza. Si pensa addirittura che nel medioevo fosse stato Virgilio a far costruire la bocca, per mettere alla prova tutti i coniugi che avessero avuto dubbi riguardo l'altrui fedeltà.
Il suo nome compare per la prima volta nel 1485, quando la scultura venne di diritto inclusa e menzionata tra le curiosità romane, e spesso rappresentata in stampe e disegni. Proprio da uno di questi disegni si evince che la bocca in origine era collocata all'esterno del portico di Santa Maria in Cosmedin; solo nel 1631 a seguito dei lavori voluti da papa Urbano VII fu spostata all'interno del portico della chiesa.
Leggende più o meno simili si sono susseguite per tutti i secoli a venire, soprattutto nel XV e XVI, fino ai giorni nostri, in cui il valore di una foto alla prodigiosa Bocca della Verità, ha raggiunto quello di uno scatto al Colosseo o a Piazza S. Pietro.
Film famosi
Uno tra i film più famosi girati nella capitale, Vacanze Romane, fa di questo luogo set nel set, in una breve scena, in cui i due protagonisti, Audrey Hepburn e Gregory Peck, vogliono darsi prova del loro nascente sentimento, davanti al simbolo per eccellenza di quello che è il confine tra verità e menzogna. Arrivati di fronte al simulacro, Joe- Peck, racconta ad Anna- Hepburn, il mito sulla Bocca della Verità, e la spinge a porre la mano nella bocca; Anna incerta ci prova, ma la sua ingenuità la porta a credere alla leggenda, e teme che la statua possa coglierla in fragrante, dimostrando la sua menzogna.
Così Joe, si mostra al contrario temerario e sicuro di sé, mette la mano nella fessura, e la ritrae urlante fingendo che la bocca gliel'abbia tranciata. Lei impaurita e basita al tempo stesso, accorre in aiuto dell'amato, ma in quell'istante Joe estrae il braccio con la mano nascosta nella manica.
"Allora è vero!", pensa Anna sempre più incredula, fino a quando Joe, sornione, tira fuori, schernendola, la mano.
"Imbroglione, che paura mi avete fatto!", urla imbronciata Anna, subito cinta dall'abbraccio del suo Joe intenerito. "Come ci sono cascata, che stupida che sono".
Alla bocca ha dedicato un'attenta e verace descrizione anche un'altra arte, la poesia, rappresentata dal suo massimo esponente romano, Giuseppe Gioacchino Belli, con una poesia che ne porta il nome:
In d'una cchiesa sopra a'na piazzetta/ un po' ppiú ssù dde Piazza Montanara/ pe la strada che pporta a la Salara/ c'è in nell'entrà una cosa bbenedetta./ Pe ttutta Roma cuant'è llarga e stretta/ nun poterai trovà ccosa ppiú rrara./ È una faccia de pietra che tt'impara/ chi ha ddetta la bbuscía, chi nnu l'ha ddetta./ S'io mo a sta faccia, c'ha la bbocca uperta,/ je sce metto una mano, e nu la strigne,/ la verità dda mé ttiella pe ccerta./ Ma ssi fficca la mano uno in buscía,/ èssi sicuro che a ttirà nné a spigne/ cuella mano che llí nnun viè ppiú vvia.
Dove si trova
L'accesso è su Piazza Bocca della Verità.
Mezzi pubblici: le linee n° 95, 160, 170, 44, 716 e 781 arrivano alla fermata Bocca della Verità. La fermata metro più vicina, a circa 300 metri è Circo Massimo (Metro B).
Fonti:
http://ladins2rome.wikispaces.com/